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I carburanti sintetici sono un “buco di formica”?
L’Unione Europea (UE) ha deciso di autorizzare le vendite di veicoli a benzina e di altri motori a combustione interna anche dopo il 2035, a condizione che utilizzino carburanti sintetici che non emettano gas serra quando vengono bruciati.
Quale impatto avrà sul futuro dell’automobile questa revisione dell’ultimo minuto della politica, che giunge in un momento in cui le procedure per il divieto di vendita di nuove auto a benzina per 35 anni sono nella fase finale?
In primo luogo, l’importanza di aggiungere i carburanti sintetici come opzione di decarbonizzazione non è di poco conto. Tuttavia, dato il loro costo relativamente elevato, è improbabile che possa invertire la tendenza all’uso diffuso dei veicoli elettrici (EV), che sono in testa alla classifica.
Piuttosto, è possibile che continui la ricerca di applicazioni pratiche come alternativa ai combustibili fossili in settori come gli aerei, le navi e il gas di città. Sono emerse varie idee per la decarbonizzazione di aerei e navi, come l’elettrificazione, ma non hanno la stessa determinazione dei veicoli elettrici nelle automobili. I carburanti sintetici hanno il vantaggio di poter utilizzare le reti di gasdotti esistenti, anche per il gas di città.
Non è da escludere che l’impatto sui veicoli sia limitato. Alcuni ritengono infatti che questo emendamento possa essere un “buco nell’acqua” per il prossimo.
L’accordo prevede il 100% di carburante sintetico se si vogliono continuare a vendere veicoli con motore a combustione interna. Tuttavia, se la conversione ai veicoli elettrici non dovesse progredire con l’avvicinarsi del periodo di 35 anni e la fornitura di carburanti sintetici fosse limitata, potrebbero emergere discussioni sul mantenimento dell’uso di carburanti a base di petrolio sotto forma di miscele di carburanti sintetici con benzina e gasolio. È inoltre necessario prepararsi a discussioni sulla miscelazione dei biocarburanti con i carburanti a base di petrolio.